venerdì 20 dicembre 2013

SO THIS IS CHRISTMAS

Milano, festa di Natale di un'azienda. Voglia di andarci zero, tanto ogni anno è la solita manfrina di gente ipocrita che si fa gli auguri. Ma per lavoro si affrontano anche queste serate. Sono consapevole del fatto che potrei incontrarlo, ma mi affido alla sorte con la speranza che sia dalla parte opposta del globo oppure, se questo è chiedere troppo, spero tanto di riuscire a mimetizzarmi tra la gente. Proprio per questo scelgo il più sobrio degli abiti, un tubino nero e un paio di scarpe con il tacco non troppo alto..che altrimenti rischierei di svettare sugli altri e addio dono dell'invisibilità.
Arrivo astutamente quando il salone è già pieno di gente, saluto un paio di persone, butto giù un paio di aperitivi e poi inizio a studiare la situazione: non c'è traccia del nemico, quindi posso azzardare ad intrattenermi con dei colleghi abbassando un po' la guardia.
A metà serata non ci penso già più, contro ogni aspettativa ho incontrato della gente abbastanza simpatica da farmi volare il tempo...e da farmi riempire la vescica. Attraverso il salone zigzagando tra le persone, alla ricerca di un bagno che ovviamente si trova dalla parte opposta. Prego che sia libero e per fortuna lo è. Oltre che la mia vescica, mi ringrazia pure la mia testa per averla allontanata dal caos festoso del salone, così decido di prolungare un po' la sosta per potermi sistemare un po' il trucco in santa pace. Cipria, fard e un po' di rossetto rosso per ravvivare il tutto ed il gioco è fatto: sono pronta per tuffarmi di nuovo nella folla. Go! Apro la porta del bagno assorta nei miei pensieri (come sempre del resto) e appoggiato alla parete di fronte c'è LUI, è serio ma quando mi vede la sua bocca si allarga in un sorriso..al contrario di me che resto impalata sulla porta. "Eva, finalmente". "Finalmente un corno" penso io mentre lo vedo avanzare verso di me. Non voglio affrontarlo, non di nuovo, non stasera, non così. Non ce la faccio. L'unica cosa sensata che mi viene in mente è quella di fare dietro front nel bagno e chiudermi la porta alle spalle. Due giri di chiave e sono salva. O quasi. Lui è dietro quella porta, e con voce calma mi dice di aprire, di non fare la bambina, che mi aspetterà anche tutta la notte se necessario e che non si muoverà di lì fino a che non aprirò la porta. E conoscendolo so che lo farà. "Tanto prima o poi dovrai arrenderti a tutto questo" e capisco che non si riferisce solo al fatto che dovrò uscire dal bagno.
Aspetto 10 minuti, lui ha smesso di parlare..sento solo la musica che arriva dal salone e le risate della gente che si sta divertendo..o almeno così sembra a me, che come una stupida me ne sto barricata nel bagno. Magari se adesso esco dal bagno lo prendo alla sprovvista e riesco a scappare. Magari. Ma non è che ci posso fare giorno lì dentro, e purtroppo non arriva nemmeno nessuno a salvarmi. Quindi faccio un respiro, apro la porta e..e lui è lì davanti. Cerco di evitarlo, ma lui mi prende per le spalle e mi trascina dentro, portandomi contro il muro. Mi dice che mi devo calmare, che deve dirmi delle cose, che non posso fuggirgli sempre così. "Eva io voglio te, voglio te e solo te. E lo so che avrei dovuto dirtelo prima, che avrei dovuto dimostrartelo in altro modo..ma lo sai anche te che non potevo". Vorrei dargli uno schiaffo, ma sono bloccata dalla sua presa e allora decido di ferirlo con le parole "Non è che non potevi. Semplicemente non volevi. O meglio: non hai le palle per lasciare la tua famiglia, cosa che tra l'altro io non ti ho nemmeno mai chiesto di fare. Sono sempre stata consapevole di quello che rappresento per te: io per te sono solo il capriccio di un uomo di quasi 50 anni che si porta a letto una ragazza per sentirsi ancora giovane, perchè tu hai paura del tempo che passa inesorabile. Tu non accetti la tua età. Ecco come stanno le cose." I suoi occhi si fanno due fessure di ghiaccio, la bocca tesa. Mi lascia le spalle, e piantandomi gli occhi dentro ai miei mi chiede se è davvero quello che penso di lui. "" è la mia risposta, e spero che non abbia avvertito la mia voce tremare. "Ok. Allora vai, ti lascio libera. Probabilmente hai ragione te." 
Apro la porta, voglio andarmene via da lì, sento gli occhi riempirsi di lacrime e non voglio che lui mi veda. "Probabilmente hai ragione te, Eva. Ma io ti amo." IO TI AMO. Quante volte avrei voluto dirgli quelle parole, e tutte le volte le ho sempre ricacciate dentro e tenute per me, perchè un'amante non può avere la pretesa dell'amore da un uomo sposato..E quelle parole le ho respinte, ho disimparato a dirle perchè non potendole dire a lui a chi altro avrei potuto dirle? E adesso è lui a dirle a me, così se le lascia scivolare dalla bocca e me le urla quasi. E io tutto questo non lo sopporto più. Torno verso di lui e gli mollo uno schiaffo dicendo che non ha il diritto di dirmi quelle parole, che lui non può dirmele, che lui non mi ama, che deve smetterla di fare il brutto e il cattivo tempo nella mia vita e mentre gli sputo addosso tutte questo lui mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Detesto questa sua prepotenza nel farlo, il suo modo di prendersi tutto quello che vuole. Ma sono di nuovo con le spalle al muro, bloccata dalla sua bocca che si fa spazio nella mia e le sue mani che mi bloccano i polsi. Sono furiosa e frastornata, ricambio il suo bacio con rabbia, mordendogli le labbra quasi a fargli male. Mi lascia i polsi e inizia ad accarezzarmi da sopra il vestito, prendendo il seno tra le mani prima e scendendo sui fianchi poi fino a trovare il pizzo delle autoreggenti e da lì a risalire fino alle mie mutandine come a riprendere un percorso conosciuto, gesti che sono rimasti in memoria e mai dimenticati. Le sue dita scorrono lungo il bordo del tessuto e si insinuano sotto, per accarezzare, per entrare piano dentro di me e sentire il calore liquido del mio godere. Tra baci e mani ci lasciamo guidare dall'urgenza di averci, avvinghiata ai suoi fianchi lo lascio entrare in me per essere di nuovo una cosa sola, per goderci e per spaccarci il cuore perchè non sappiamo fare diversamente. Sento pronunciare il mio nome all'infinito, come una nenia che si mescola ai miei sospiri e mi piace sentirlo così, tra la carne e il cuore, fino al culmine, fino a quando non è più possibile trattenerlo, fino a quando vengo e lui con me.
"Non andare via, passala con me questa notte e resta anche domani, ti prometto che parleremo di tutto e troveremo una soluzione" lo sento dire con il viso nascosto tra i miei capelli. "Non lo so se c'è una soluzione a tutto questo. E non sono nemmeno sicura di volerla trovare. Ma adesso portami via di qui, che ho ancora voglia di te."

dipinto di Jack Vettriano

"Amarti m'affatica mi svuota dentro
Qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica mi da malinconia
Che vuoi farci è la vita
E' la vita, la mia"

venerdì 6 dicembre 2013

PER BACCO

"Ciao Eva. Come va? Sai, ieri sono passato di nuovo dall'enoteca e ho comprato un paio di vini che dicesi essere molto buoni. Vuoi provarli insieme a me?"

E quindi nulla. Ho accettato. Stasera sono di nuovo da lui. Ciao divano, ciao libro, ciao tuta. Vi tradisco per due bottiglie di vino e la sua bocca. Dove sia sparita la sua morosa non ne ho idea e manco mi interessa. Capite che a nemmeno 30 anni un po' di vita sociale vada praticata, no?


Sei solo una buona distrazione. Niente di più.

martedì 3 dicembre 2013

SAPESSI DIRE NO

Che non sarebbe stato un ordinary day lo avevo già intuito dalla mattina, quando con una telefonata l'idraulico mi avvertiva che non sarebbe riuscito a passare da casa per controllare il guasto alla caldaia. E così le alternative che mi si sarebbero prospettate una volta uscita da lavoro erano o andare dai miei oppure cercare un letto libero da qualche amica.
Per non parlare poi del tempo: freddo e pioggia, pioggia, pioggia.
A fine giornata, dopo un paio di proposte scartate causa umore grigio come il cielo, decido di andare dai miei...il camino acceso e un buon libro mi sembrano un'ottima scelta per isolarmi dal mondo.
Prima di arrivare a destinazione decido di fermarmi in un'enoteca vicino l'ufficio per comprare un vino che piace tanto a mio padre, così possiamo gustarcelo insieme mentre lui mi chiede consigli di lavoro e poi farà puntualmente di testa sua. Siamo così uguali in questo. Ed è per questo che ho deciso di non lavorare con lui. Sarebbe sicuramente una discussione continua.
Con questi pensieri in testa entro nel negozio, distratta non mi preoccupo dei clienti che stanno valutando alcune annate. Mi dirigo a colpo sicuro verso la sezione dei rossi piemontesi quando sento una voce chiamare il mio nome. Mi fermo. No, non può essere lui. Ma quella voce ripete ancora il mio nome, più vicina. Sento la sua presenza alle spalle. Devo voltarmi per forza, non ho vie di uscita..a meno che non voglia nascondermi dentro una botte di rovere. Faccio un respiro profondo, e dopo sette mesi incontro di nuovo il suo viso, il suo sorriso, i suoi occhi. Non avevo più pensato a lui, era un ricordo archiviato in memoria, una storia chiusa, un sentimento che non c'è più. E in effetti, dopo un primo momento di imbarazzo nel salutarci,  riacquisto il controllo di me stessa perchè in fondo non è lui che occupa i miei pensieri.
Davanti ai vini piemontesi parliamo del tempo, del lavoro, parliamo di tutto per non parlare di noi...fino a che una tipa più bionda dentro che fuori ci interrompe con la sua voce squillante "Raagaaazziiiiiiii che ne dite di fermavi per una degustazione? Tanto piove, è una brutta serata..dove state meglio di qua?" Sto per ribattere che sprofondata in poltrona davanti il camino acceso, con indosso una comoda tuta invece che di quel fastidioso tubino che mi sale in continuazione sarebbe una soluzione decisamente migliore per me, quando lo stronzo mi precede accettando l'invito dell'oca giuliva. Sorride a lei che se ne va felice sculettando, e guarda serio me incassando con noncuranza il mio labiale.
La serata passa in fretta, mi sorprendo a guardarlo e a non provare niente di tutto quello che invece mi aveva travolto mesi fa. Il vino ci rilassa, scivolano parole e sguardi, risate e mani che si sfiorano. E' così naturale poi accettare il suo invito a continuare la serata con lui, a casa sua come se niente fosse successo, come se il nostro passato non fosse mai esistito. Respirare di nuovo l'odore di quelle stanze, ma questa volta con più leggerezza, senza amore, essere lì solo per la voglia di esserci, per andare avanti, per non pensare. Libera e con la mente vuota. Come lo ero un tempo, come lo sono di nuovo.
Ed è  altrettanto naturale lasciarmi baciare da quella bocca che non è la sua, che nessuna bocca sarà mai più come la sua, ma ho la mente vuota e li voglio quei baci, e me li prendo tutti. Non c'è amore quando ci spogliamo, ma solo urgenza e voglia di godere.
E così sono sopra di lui, e lui è dentro di me. E le sue mani ovunque sulla mia pelle a disegnare percorsi senza pudore, dalle mie natiche fino al seno e poi giù, tra le gambe a toccarmi, a farmi scappare un gemito di puro piacere. Mi accascio sul suo petto, continuando a muovermi piano su di lui per godermi quei movimenti lenti che scandiscono un ritmo sensuale, languido da cui ci lasciamo trasportare. 
Poi le sue mani mi afferrano le braccia e stretta in quella presa mi ritrovo con il suo peso addosso, i suoi baci sono avidi adesso, le spinte più forti. Fa scorrere le sue labbra sul mio seno, che prima succhia per poi passare a mordere piano, il che mi si ripercuote immediatamente all’inguine. Persa nel piacere quasi non mi accorgo che la sua mano è scivolata sul collo e piano stringe. Affondo i miei occhi nei suoi, due pozze scure in cui mi sono già persa altre volte. Mi bacia con irruenza, mentre si prende tutto di me, anche il mio respiro. Mi spezzo in mille frammenti, lasciandomi portare via dai suoi affondi fino a goderne insieme. Chiudo gli occhi dimenticandomi di me stessa mentre lui mi stringe forte, mi stringe forte e non soffoco. Mi stringe ed io sono ancora una volta sua.


Ma sempre meglio di una sera d'inverno contro la città 
non ti sembra?


martedì 19 novembre 2013

QUELLO CHE RESTA

Nella vita bisogna prendere delle decisioni, e molto spesso non è un compito facile. Anzi, non lo è quasi mai. MA io ho deciso che basta, che il mio cuore adesso lo chiudo in un cassetto a doppia mandata e non lo faccio uscire nemmeno se Elio Germano mi venisse a chiedere di sposarlo. Nulla, niente di niente. Sciò, via. Non cedo. Oddio..però per Elio Germano...Senti Elio se mi stai leggendo fammela pure la proposta che magari per te faccio un'eccezione, ok?

Ogni giorno conosciamo persone che ci accarezzano l’anima con la loro sensibilità, delicatezza, e non sai se è il tempo di un giorno, di un mese o per un lungo periodo della nostra vita.
Arrivano,
per una coincidenza, per quella strada presa piuttosto che un’altra, per il destino che dovevano arrivare, e non sai mai se sono arrivate nel momento giusto oppure non era il momento.
Arrivano,
e come le foglie germogliano dandoti i colori della loro vita, ti dissetano ogni giorno l’anima, ci insegniamo a sentire il vento sulla pelle, a riconoscere le stelle, ci regaliamo sorrisi e momenti malinconici, ci guardiamo il mondo con rimpianto, insieme, con vele ammainiate pian piano ci doniamo colori sbiaditi dal tempo passato.
Ci insegniamo i passi, uno alla volta, come due perfetti equilibristi camminiamo ogni giorno quasi mano nella mano, con le suole delle scarpe ormai consumate dai tanti percorsi fatti.
Ma all’amore molte volte bisogna cambiargli il nome, bisogna dargli il nome di non poterlo raccontare insieme. Allora ci insegniamo i silenzi, gli adii, ci insegniamo a riempire gli spazi, anche i più dolorosi. 
L’amore è anche questo: insegnarci a non poterci amare...e alla fine il “vuoto” è quello che resta, non quello che hai lasciato e portato via con te.

giovedì 7 novembre 2013

COMPITI PER TUTTI

Consiglia il mio oroscopo preferito:


"Fatti due nuove promesse: una facile da mantenere e un'altra al limite delle tue capacità".

Dobbiamo tutti prometterci qualcosa e impegnarci per realizzarlo. E se poi non ci si riesce pazienza, l'importante è averci provato, sperato e creduto.

venerdì 25 ottobre 2013

COME SE FOSSE L'ULTIMA VOLTA

Mi piace parlare con te. Soprattutto perchè parli poco e quindi quello che mi dici acquista ancora più valore. E' come un dono per me.
E sì, mi piace parlare con te. Mi piace farlo soprattutto quando siamo sdraiati nudi su un letto. Tu che ti fumi una sigaretta e io che mi godo le tue parole, dopo aver goduto di te.
Ed è bello perchè con te posso parlare di tutto, e sento che ogni volta mi arricchisco di qualcosa che prima mi mancava.
E tu parli e mi dici che sì, che Wong Kar-way ti piace. Ti piacciono i suoi ritmi lenti e penetranti. Mentre ritieni che Almodóvar sia un genio e che quasi tutto quello che fa può essere pungente ed ironico allo stesso tempo. E poi parliamo di Cuarón e Iñárritu e mi dici che Biutiful dovrei proprio vederlo, che "magari ce lo vediamo insieme..perchè merita davvero".
Già..magari. Sarebbe bello vederlo insieme.
"Sei una persona gentile" è un mio pensiero, ma lo dico ad alta voce. E tu mi guardi con i tuoi occhi grandi e belli, e sorridendo mi chiedi perchè. Ma non ci sono parole per spiegare questo pensiero, né per i mille altri che ho in testa.
Non so spiegartelo, mi dispiace. Perchè vedi, i sentimenti mica che li puoi comandare. Non c'è razionalità, e se ci fosse sarebbe sicuramente una cosa poco naturale. Invece tutte le cose che penso di te, che faccio con te, mi vengono spontanee. Mi vengono dal cuore.
Come per esempio darti un bacio, adesso. Così. Mettere la mia bocca sulla tua.
E allora lo faccio, allora ti bacio.
Ed è bello scoprire che anche tu hai la mia stessa voglia.
Ed è bello sentire le tue mani stringermi in un abbraccio che è dolce, che sa di buono.
E poi ci sono ancora i baci, e le carezze. E quelle parole dette piano, tra le labbra, sulle labbra.
E i nostri gesti delicati, e i sospiri che si intrecciano tra i capelli.
Sentirti scivolare piano dentro di me, con movimenti lenti, con la tua pelle sulla mia, con il mio cuore sul tuo cuore. A toccarsi, a fondersi.
Amarci così, come se fosse l'ultima volta.
E invece è la prima.
La prima volta che facciamo l'amore.


"Un sostegno di labbra e di mani. Di occhi dolci. Di braccia che non temono resa. Di gambe gentili. Di capelli profumati. E di sesso. Di penetrazioni. Di piacere e di orgasmi. Di parole che non moriranno mai. Di piccoli gesti che diventano grandi. Né di passato né di futuro. 
Un sostegno fatto solo di adesso."

martedì 8 ottobre 2013

SPECCHIO DELLE MIE BRAME

Ci siamo dati appuntamento per le otto e mezzo, ma io come al solito sono in ritardo sulla tabella di marcia e lui invece è in anticipo e sta già suonando il campanello di casa. 
"Saliiiii!" Gli urlo dal citofono. Ho sempre paura che si senta poco. 
Gli lascio la porta accostata e mi fiondo in bagno..devo solo finire di truccarmi, sistemarmi i capelli e vestirmi..questione di dieci minuti, un quarto d'ora al massimo...non sarà la fine del mondo. Sento la porta chiudersi e la sua voce pronunciare il mio nome "Eva" (che lo dice in un modo che ve lo farei sentire pure a voi..da brividi). Gli dico che sono in bagno, che sto finendo di prepararmi, che faccia un po' come gli pare..che accenda pure la TV, che legga un libro, che metta su la musica o guardi il pc. 
Lui può fare tutto. 
E infatti fa proprio come gli pare: mentre mi sto  passando il rossetto lo vedo apparire dietro di me. La sua faccia sorridente è riflessa nello specchio. Sorrido anche io e senza girarmi gli faccio ciao con la manina. Ma con lo sguardo lui è già altrove: sento scivolarmi i suoi occhi addosso...sulla schiena nuda prima e sulle mutandine di pizzo poi. Faccio finta di nulla e finisco di darmi il rossetto, piegandomi leggermente per vedermi meglio allo specchio. "Stasera faremo tardi" penso tra me e me...e sono sicura che anche il suo pensiero non sia molto diverso.
Riflesso nello specchio lo vedo guardarmi tutta un'ultima volta poi si avvicina a me, il mio seno nelle sue mani, la sua bocca sul collo e la voglia che si fa spazio dentro di me.
"Eva", ancora il mio nome, ma questa volta detto piano. Vorrei dirgli qualcosa ma tutto quello che mi esce dalle labbra è un sospiro.
Guardo un'ultima volta la nostra immagine allo specchio, poi chiudo gli occhi e mi lascio andare.
"Mi piace quando chiudi gli occhi" mi dice con quella sua voce morbida.
Mi sposta i capelli e con la bocca inizia il suo percorso sulla mia schiena: bocca, lingua e mani scivolano sulla mia pelle.
"Non riesco a tenerli aperti quando mi fai così" e sento la sua bocca incresparsi in un leggero sorriso.
Il silenzio che segue non fa altro che aumentare la mia eccitazione: le sue mani adesso sono sui miei fianchi e lentamente fa scivolare giù le mutandine. Non è successo ancora niente e già muoio di piacere. Quel piacere che si fa liquido tra le mie gambe, quel piacere che lui adesso raccoglie tra le dita che piano si insinuano dentro di me. Potrei anche venire così, ma lui sa fino a dove arrivare, quando fermarsi. E prolungare l'attesa.
E infatti sfila le dita, lasciandomi vuota, ansimante e terribilmente eccitata. Apro gli occhi per fargli capire il mio disappunto, anche se so che a condurre il gioco è lui e io non posso fare altro che godermi le sue attenzioni: essere nelle sue mani, abbandonarmi, è un piacere al quale non posso fuggire e che mi attira come una calamita.
Attraverso lo specchio mi tiene gli occhi incollati ai suoi, mentre mi passa le dita sulle labbra che adesso sanno di me e della mia voglia di lui.
Con un gesto deciso mi spinge giù e la mia pelle incontra il freddo del marmo, ma nemmeno lo sento perchè tutto quello che voglio adesso è averlo dentro di me. E' un pensiero che ho in testa da ore, ancor prima che lui arrivasse. Come un bisogno, un'esigenza vitale. La mia voce lo supplica, il mio corpo lo brama e si inarca verso di lui che piano entra dentro di me. I suoi movimenti sono lenti all'inizio mentre con la bocca sul mio collo mi sussurra tutte le cose che voglio sentirmi dire, nessuna esclusa, e per ognuna lo ringrazio, lo supplico di dirlo ancora e ancora.
Mi fa impazzire alternando spinte più decise ad affondi più dolci, e due dita leggere a sfiorare il mio sesso con un ritmo che mi sta portando dritta dritta verso l'orgasmo: lo specchio mi rende spettatrice del mio stesso piacere e io non posso fare a meno che guardare questa scena e goderne lasciandomi andare, con le gambe tremanti e il respiro spezzato. E lo stesso lui, mentre con le mani mi stringe i fianchi in un'ultima spinta e in un gemito di puro piacere si accascia su di me. 
Restiamo così per qualche istante, lui che mi abbraccia nascondendo il viso tra i miei capelli e io che non ho voglia di muovermi e spezzare così quel momento di intimità. Non ne ho nessuna voglia. Propio nessuna. 
Rimarrei così, piegata su questo marmo freddo con lui addosso, per l'eternità.

mercoledì 11 settembre 2013

CAPELLI

Ti ho scritto che mi sono tagliata i capelli. E anche se non è in cima alla lista delle cose che ti interessa di me, hai dimostrato una certa curiosità.
Mi hai detto che vuoi vedere, che vuoi una foto. Ma se permetti, preferisco descrivertelo il mio nuovo taglio. E sono sicura che riuscirai a visualizzare come sono adesso.
Non è che abbia fatto il caschetto alla Carrà eh, con tanto di tinta biondo platino. No, stai tranquillo. Ho dato ordini ben precisi al parrucchiere: volevo solo togliere le doppie punte e sfoltirli un po'. E così ha fatto: adesso non sono più una massa selvaggia e voluminosa, ma sono più leggeri e scalati. E sono anche più corti, di poco, ma 5 cm in meno si notano comunque.
Ancora non hai capito, vero?
Bene..vediamo se così ti è più chiaro: immaginami nuda. Nuda, appoggiata allo schienale di una poltrona. Leggermente voltata verso la porta. Perchè tra poco arriverai. E io ti sto aspettando.
Ho i capelli sciolti: davanti arrivano poco sopra il seno, ma se guardi la schiena sono molto più lunghi e cascano giù fino ad accarezzare i lombi.
Immagina di entrare nella stanza e di trovarmi così. Immagina il mio sguardo fissato nei tuoi occhi, il leggero sorriso nascosto da una ciocca di capelli che si muovono in onde morbide per il riscontro della finestra lasciata aperta.
Immagina: il sorriso, gli occhi, i capelli, la pelle nuda.
E la mia voglia di te.
E la tua voglia di me.
Lasciva mi sfioro il seno con la mano. Non me lo sto coprendo, lo sai che con te non ho pudori. Lo sfioro, e ti sorrido. E lascio che la mano poi faccia il suo percorso scivolando giù sulla mia pelle. Non puoi vedere, i miei capelli coprono la visuale, ma lo sai. Lo sai che adesso le mie dita sono arrivate dove il desiderio di te si è fatto denso. Lo sai perchè adesso il mio sguardo si è acceso, e mi sto mordendo il labbro - che lo sai che lo faccio sempre quando godo.
Ma tu dovresti restare concentrato sui miei capelli. Seguirne i leggeri movimenti, adesso che mi stacco dalla poltrona e mi avvicino al tavolo.
Adesso che mi ci appoggio con i gomiti e che la mia pelle si increspa per il contatto con la superficie fredda.
Adesso che i capelli scivolano appena sulla schiena, aprendosi un po'.
Adesso che le mie mani afferrano le natiche, allargandole in segno di invito. 
Adesso che ti voglio.
Adesso che non si può più aspettare.

Riesci ad immaginare tutta la scena? Con le mani sulle natiche, la pelle nuda, i capelli e tutto il resto.
Ci riesci?
Perchè è proprio così che mi sono tagliata i capelli.

giovedì 29 agosto 2013

VOLVER

Tornare è un'azione che mi affascina e mi inquieta allo stesso tempo. Mi piace soprattutto pensarla in spagnolo, perchè secondo me in volver sta racchiusa tutta la passionalità che un ritorno può significare.
Si ritorna per tanti motivi, in mille luoghi e da determinate persone.
Si ritorna infinite volte, oppure una sola volta per non andare più via...o per andare via per sempre.
Si ritorna perchè qualcosa o qualcuno ci manca, si ritorna da un lungo viaggio, o per amore, per lavoro, per amicizia o semplicemente perchè ci andava di tornare.
Si ritorna nei pensieri di qualcuno. Di quel qualcuno che se ne è andato, o da cui ce ne siamo andati noi.
Si ritorna anche quando ormai è troppo tardi.
Quante emozioni stanno racchiuse in un ritorno. Quante attese lo precedono, quante domande lo accompagnano.
Volver. Tornare.
A volte è così difficile tornare. E a volte è anche difficile accettarlo un ritorno. Perchè tante cose sono inevitabilmente cambiate, e non c'è niente da fare: c'è solo un vuoto che bisogna cercare di colmare. In qualche modo. Nel modo meno doloroso possibile.

E così capita che una sera di fine agosto, quando ormai non ci pensi più, quando ormai la tua mente è piena di cose felici, di sospiri, di sorrisi, di baci che sanno di buono, di carezze che accendono la pelle, è così che succede che LUI ritorna e ti ritrovi all'improvviso faccia a faccia con i fantasmi del passato, e questi fantasmi sono carne e ossa, sono un profumo che la memoria non dimentica, sono due occhi azzurri che ti entrano dentro e fanno male, male, male.
"Eva" - è la sua voce, ancor prima delle sue mani a scaraventarmi indietro di qualche anno, in luoghi e situazioni che non mi appartengono più.
E' tornato, ha chiesto di me, è venuto a cercarmi. E' tornato, anche se in realtà quella che se ne è andata sono io. Me ne sono andata da un uomo che non poteva amarmi, da un uomo già impegnato, da un uomo troppo più grande di me, da un uomo che mi ha consumato anche l'anima.
E adesso è lui, qui davanti a me, che dice di essere tornato. Che non si rende conto che me ne sono andata io. Così come non si è mai reso conto che io ero innamorata di lui. A dire la verità non si è mai reso conto di un cazzo lui. Ha sempre e solo voluto vedere e capire quello che gli pareva. E mi ha spezzata. E mi ha cambiata. Per sempre.
E forse se ne accorge adesso, che tenendomi stretto a lui, mi costringe a guardare il nostro riflesso in una vetrina. Mi dice di guardare, perchè siamo belli insieme, siamo perfetti. E quella presa così stretta e sicura di chi sa quello che vuole, insieme all'immagine di noi riflessa, mi riporta indietro a quella sera di qualche anno fa. Quando occhi sconosciuti ci guardavano, quando mani sconosciute toccavano la mia pelle nuda. E io non potevo scappare, la sua presa mi teneva stretta, una preda senza scampo, costretta a guardare quella scena allo specchio "E' solo un gioco, e tu sei così bella, siamo così belli insieme" mi sussurrava nell'orecchio. Ma io tutta quella bellezza non la vedevo, mi faceva solo schifo.
E' così che mi ha perso. E può tornare anche infinite volte, ma sono io quella che se ne è andata..e anche se era amore non torno indietro più.


C´era tra noi un gioco d´azzardo
ma niente ormai nel lungo sguardo
spiega qualcosa,
forse soltanto
certe parole sembrano pianto,
sono salate, sanno di mare
chissà, tra noi, si trattava d´amore…

martedì 6 agosto 2013

martedì 30 luglio 2013

SARA' BELLISSIMO

Questo sarà
e di più 
ancora


"Tra le mani la bocca si arrende
tra le mani la pelle si accende
le tue mani il profumo sorprende
le tue mani la febbre si spegne."

mercoledì 24 luglio 2013

NOSTALGIA ROMANTICA

Le giornate scorrono fiacche, con i giornali che ci propinano notizie inutili tra il circo della politica, la nascita del baby inglese e l'arrivo di Caronte che ci porterà tutti all'inferno.
Anche i giornalisti ormai non hanno più voglia di lavorare, mandateli un po' in ferie per favore. Così almeno non ci scassano i maroni con questi gossip da ombrellone. Pure mia nonna è arrivata a dire che son sempre i soliti discorsi..e se lo dice lei, vuol dire che siamo arrivati proprio a raschiare il fondo della noia.
Ma la verità, per quanto mi riguarda, è un'altra. La verità è che non mi importa niente di tutto quello di cui il mondo parla.
La verità è che mi manchi.
Mi manchi tanto.
Mi mancano i tuoi occhi, la tua boca, le tue mani, la tua pelle.
Mi mancano le nostre chiaccherate, le mie risate, il tuo guardarmi serio.
Mi manca la tua voce, i miei sospiri, il nostro piacere.
Mi manca mangiare il gelato in riva al mare "che facciamo presto altrimenti si scioglie tutto" e poi anche io mi sciolgo se mi tocchi così.
Mi manca guardare quel film di cui io so già il finale e te che ti arrabbi se ti anticipo le scene, che poi non è che ti arrabbi sul serio perchè finiamo con il fare l'amore e non ti interessa nemmeno più come va a finire.
Mi manca osservarti mentre stai cucinando per me, che sei così bello che ti salterei addosso perchè ho fame sì, ma di te.
Mi manchi tanto, mi manchi tutto.
Nel nostro caso l'estate separa, non unisce.
Ma ci siamo fatti la promessa di ri_vederci.
E così sarà.

[Sai, per sopravvivere ci basta un sogno]

lunedì 15 luglio 2013

TUA

Tua, tua, tua.
Voglio essere tua.
Completamente, in ogni modo.
Tua.

venerdì 5 luglio 2013

MI DOMANDO

Perchè ti ho conosciuto solo ora? Perchè? Tutto questo tempo, tutta questa vita passata, vissuta, amata e stropicciata. Senza conoscerti. Percorrendo un groviglio di vite altrui, abbiamo lasciato segni su corpi che non erano i nostri. Fino ad arrivare qui. Fino ad arrivare a noi. Soltanto adesso. Perchè?
Me lo chiedo adesso, con le mani tra i tuoi capelli e te tra le mie gambe. Lecchi, succhi, baci e ti prendi tutto quello che c'è: sapore, desiderio, voglia.
Di te.
Della tua bocca su di me, delle tue dita che aprono, della tua lingua che si fa spazio tra le pieghe del mio piacere.
E io ti sento, ti sento così forte che mi arrivi in testa e mi dimentico di tutti questi anni in cui non ti ho avuto, perchè adesso ci sei, ed è questo quello che conta, ed è questo che mi fa impazzire, che mi fa lasciare andare, che mi fa godere, con le mani tra i tuoi capelli e il mio piacere sulle tue labbra.


è una meraviglia, e finchè dura ne godremo
insieme.

venerdì 28 giugno 2013

RICORDATI, HAI VINTO

Ferma.
Con la schiena che si inarca e un gemito che non trattengo.
Tra le tue mani, ti lascio fare. Mi lascio prendere.
Mani che stringono, dita che cercano, sfiorano, toccano piano.
Entrano.
Quel sottile dolore, che è puro piacere.




lunedì 24 giugno 2013

LO DICO IN MUSICA

Non sapremo mai se il nostro incontro sia più effetto o causa 
nuda proprietà o solo propria nudità
i corpi messi a fianco come segni paralleli di una pausa
nel silenzio che sta a galla senza gravità
non c’è stato un patto, una promessa, mai nessun accordo
tutto è solo e sempre frutto di casualità
e poi ogni istante è come il primo e non c’è un dopo che non sia un ricordo
come dentro un sogno e fuori dalla realtà
[e noi due là, e noi due là]
nel buio bianco e fermo e freddo come il vino in cui ci si conosce
uno che non sa dell’altra chi era e chi sarà
ma ci prendiamo per qualcosa che è nel cuore, in testa e fra le cosce
per lasciarci sempre in assoluta parità.

Che poi magari Baglioni ti fa pure schifo eh. Ma a me piacevano le parole del pezzo. Pazienza. Beccati questa stasera. FINGI che ti piaccia. Tanto oggi hai vinto te :)

martedì 18 giugno 2013

PRE(TE)NDIMI

Possiamo non aspettare?  Possiamo farlo adesso, subito.
Qui, così.
Come una cosa nuova, adesso. Con ancora un po' di vestiti addosso.
Perchè voglio averti e non resisto più.
Ci sarà tempo per rifarlo con calma.
Ma ora no.
Ora non sento altro che l'urgenza di te.
Di te dentro me.


"Non è che muoia d'amor, muoio di te.
[...] d'urgenza mia della mia pelle di te."

- J. Sabines

lunedì 10 giugno 2013

LEGGERA

Sono giorni strani questi, giorni in cui abbiamo capito che la primavera non arriverà più e allora aspettiamo fiduciosi l'estate. Ci emozioniamo se riusciamo a rubare un'ora di sole, facciamo le prove con i vestiti leggeri. Troppo leggeri per queste sere ancora così fredde.
Come leggera sono io, sospesa tra un quotidiano presente e un passato vicino che però non mi appartiene più. A volte mi sforzo di riportare la memoria alle sue braccia, alla sua bocca. Ma non riesco nemmeno a ricordare che sapore hanno i suoi baci. Mi ha lasciato davvero così poco? 
Ci sono persone che sono meteore nella nostra vita, gente di passaggio a cui ci mescoliamo e che poi perdiamo così, all'improvviso. E' bastato un attimo per non averti più. E quella ferita che credevo lenta a guarire invece si è già cicatrizzata. Allora mi domando: sono io che vivo con troppa leggerezza? Che divoro tutto con passione famelica e poi butto via? Pelle, sentimenti, baci. Via da me.
Ma poi capita che insieme alle domande arrivino anche due mani grandi, belle. E adesso queste mani mi accarezzano i pensieri e i miei giorni di un presente che vivo immaginando il suo toccarmi, il suo prendermi tutta senza fare niente. Desiderare non è mai stato così facile come adesso. Siamo fatti di parole e fantasia.


martedì 4 giugno 2013

PRANZO E POI PORNO

Nuda, davanti a te. Per te.
Guardami, ti guardo.
Mi dici "girati adesso". Mi volto, ti do le spalle.
Scosto i capelli dalla schiena.
Ti aspetto.
Non ti vedo, ma sento il tuo respiro vicino.
Aspetto di scoprire dove si poserà la tua bocca.
Dove arriveranno le tue mani.
Il modo in cui io sarò tua.


venerdì 31 maggio 2013

PRIMA

Ti ho osservato prima, quando a malincuore ho lasciato che ti alzassi e che ti rivestissi. I jeans e poi la camicia. Ho osservato i tuoi movimenti lenti, io che ero sempre nuda su quel letto. Ti sei girato poi, e mi hai sorriso. Credo di essere arrossita un po', tu vestito e io ancora nuda. Ti sei avvicinato, mi hai preso il viso tra le mani e mi hai baciato. Un bacio lungo e profondo. 
Hai ancora voglia di me? 
Sospiro.  
.
Te ne vai, cerco la mia maglietta e vado in cucina. Prendo il barattolo del gelato e mi siedo sul davanzale della finestra. Finalmente ha smesso di piovere e c'è il sole adesso. Porto il tuo odore addosso, sulla pelle e tra i capelli. Lo sento. Mi piace. Sto bene.

lunedì 27 maggio 2013

COME FACCIO

..a concentrarmi, se nella testa ho te che mi dici che
"Su una sedia ti farei sedere. Tra le mie gambe allargate per farti spazio. Con la bocca tra il collo e le orecchie per sussurrarti cosa mi fai pensare, cosa mi fai desiderare di te. E per sentire il sapore della tua pelle sulle labbra. Per baciarti il collo... E le braccia attorno a te. Mani sulle gambe, all'inizio. Ginocchia, cosce. Poi..."


Dammi passione
anche se il mondo non ci vuole bene,
anche se siamo stretti da catene
e carne da crocifissione

domenica 26 maggio 2013

NIENTE E' PER SEMPRE

Com'è che alla fine non sei riuscito a lasciarmi andare del tutto? Sono i ricordi che ti tornano alla mente oppure è semplicemente il tuo ego, il volermi sapere ancora legata a te, ancora a tua disposizione? Rido, ti vedo bambino ai miei occhi. E io il tuo gioco. Rotto adesso, e non lo puoi aggiustare. Pazienza. Io non me ne sono dimenticata di te, di quello che è stato. Non me ne sono dimenticata, perchè dimenticare è impossibile e sinceramente sarebbe pure sciocco. Me ne sono fatta una ragione, semplicemente. E te? Visto che non sei riuscito a dimenticare, riuscirai a fartene una ragione? Ascolta me: provaci. E non passarmi la mano tra i capelli, non cercare le mie labbra. Se niente è per sempre, nemmeno io e te lo siamo.

lunedì 13 maggio 2013

IMMAGINA, PUOI.

E' un bel pomeriggio di primavera, un po' di sole dopo tanto pioggia. Finalmente. L'aria è calda e da questa panchina si sente l'odore del mare, che è proprio lì a due passi da me. Mi basterebbe solo alzarmi, attraversare la piazza, slacciarmi i sandali ed affondare poi i piedi sulla sabbia morbida. E invece resto seduta, ho un appuntamento ben più atteso da vivere. So che lui è qua da qualche parte, nascosto tra la gente si è fermato ad osservarmi. Sento i suoi occhi addosso, il suo sguardo mi raggiunge da lontano. Chissà su quale particolare si è soffermato..se sui miei capelli lunghi, sulle dita che ne intrecciano una ciocca, oppure sulle mie gambe. Magari dopo glielo chiederò. Adesso aspetto solo di respirare il suo profumo.
Ed ecco che da dietro sento una presenza abbassarsi fino al mio viso, e una voce che mi sussurra "ciao". Mi volto e sorrido: lui è in piedi dietro di me, e tiene in mano due gelati enormi. E' soddisfatto, sembra quasi un bambino con quei capelli spettinati.
Si siede accanto a me, siamo vicini adesso tanto che le ginocchia si sfiorano. Il gelato è buono, ce lo mangiamo con calma mentre io lo sommergo di domande e lui pazientemente risponde. E ride. E mi sposta i capelli dal viso, che con questa brezza non stanno mai apposto. Il tocco delle sue dita è delicato, ha mani grandi e belle lui.
Come spesso accade il tempo passa in fretta, ma nessuno dei due sembra avere voglia di andare via. Ci alziamo dalla panchina e mescolandoci alla folla ci incamminiamo sul lungomare. Sento la sua mano indugiare piano sulla mia schiena. Abbasso lo sguardo ed inizio ad immaginare quello che potrebbe accadere se io, se lui...



venerdì 10 maggio 2013

E POI ALL'IMPROVVISO

Ho pianto.
Per la prima volta, per lui, ho pianto. E' stato un pianto improvviso, liberatorio quasi. Di quelli che quando finisci di versare le lacrime ti asciughi il viso e pensi "e adesso si riparte da qui".
Non ho ancora ben capito come fare per ripartire, devo ancora organizzarmi le idee. Ma quel pianto mi è servito, anche se mi sono sentita un po' stupida.
Ho pianto per me, per lui, per quello che è stato e che non sarà più. Per le mie illusioni e per i suoi baci. Ho pianto per la mia pelle che adesso non vuole più baci, nè carezze, nè sesso. Ho pianto per quell'amore che non c'è mai stato ed è rimasto soffocato sulla mia bocca. Ho pianto per tutto quello che mi ha detto e per tutto quello che invece non sono riuscita a dirgli io.
Ho pianto, alla fine.

"Un passo me ne vado
per sempre
un passo grande, un passo così importante
Due passi senza guardarti
due passi avanti
due passi per dimenticarti"

mercoledì 1 maggio 2013

UN GIORNO, FORSE MAI

Ho promesso a me stessa di non cercarlo più. E così ho fatto. Da una settimana a questa parte più chiamato, più scritto, niente di niente. E ce la posso fare. Non è questo il problema. Ma mi sono promessa di non cercarlo più, non di non pensarci più. C'è una bella differenza. Forse un giorno ci riuscirò, forse non lo penserò per un periodo e poi qualcosa tornerà prepotente e inaspettato a farlo inciampare nuovamente nei miei pensieri. Ma adesso ci penso eccome..penso a con chi sarà, dove, che cosa starà facendo. Se un po' a me ci pensa. Credo di sapere la risposta: no. 

Ieri è stato il giorno della sua partenza, del viaggio in un paese lontano che farà con una ragazza che non sono io. Fa male. E fa anche rabbia perchè sostanzialmente mi ha preso parecchio in giro. E allora speriamo che gli venga un attacco di dissenteria. Non acuta eh..per carità. Ma insomma. Eccheccazzo. Me ne frego delle buone maniere.




lunedì 22 aprile 2013

MI IMPEGNO, MA NON PROMETTO

Forse è l'ultima volta che scriverò di te. Lo penso adesso, che mi hai appena riportato a lavoro dopo una brevissima pausa pranzo insieme. E' stata mia l'idea, sono io che ti ho cercato e che ti ho chiesto di pranzare insieme. Mi hai detto di si, ed ecco che adesso io mi ritrovo con un gran mal di testa e la voglia di vomitare.
E se non posso urlarlo almeno voglio scriverlo.
Siamo stati seduti uno di fronte all'altra eppure era come se fossimo lontani mille miglia. Ho evitato il contatto fisico, te che invece con un non poco imbarazzo lo cercavi..una mano sul mio braccio, gli occhi nei miei..e io che ho finto indifferenza. Fredda, come questa brezza primaverile. E mentre eri intento a mangiare ti ho osservato e ho cercato di tirar fuori tutti i difetti possibili, per convincermi che sei stato un errore, che alla fine non sei così speciale come ti credevo.  Ma non ha funzionato: nei tuoi capelli morbidi ho immaginato di passarci le mani, come facevo quando ti accarezzavo la testa mentre la tua lingua scendeva sul mio corpo, il tocco delle tue dita me lo sono sentita addosso come quando le facevi scivolare sulla mia pelle, e quelle labbra ho desiderato baciarle ancora fino a consumarle perchè ancora non mi basti mai.
E mentre tu mangiavi e ridevi perchè io ti raccontavo cose buffe, ho sentito il mio cuore spezzarsi e il respiro farsi affanno come quando mi facevi godere una, due, tre volte fino a farmi dimenticare tutto. Ma questa volta invece di ritrovarti sudato e appagato su di me, ti ho perso. Devo solo farmene una ragione.


..fa male
ma non si muore 
no non si muore..

lunedì 15 aprile 2013

AVREI DOVUTO



...quando mi telefonavi per scopare 
avrei dovuto dirti 
stasera ho da fare.

venerdì 22 marzo 2013

COME STA ANDANDO

Tranquilli, non ho trovato la favola..sono sempre qua con una scarpetta di cristallo e un piede scalzo..in attesa che arrivi il principe a portarmi l'altra scarpa, prima o poi..
Non mi ricordo nemmeno dove eravamo rimasti..ah si..che avevo deciso che doveva andare a quel paese pure lui si..già.. In teoria sarebbe ancora così.. In pratica sta andando un po' diversamente.
Dopo che lui è tornato dal suo viaggio ci siamo rivisti..questa volta in ambiente neutrale, dove non c'erano possibilità di saltarsi addosso subito, così c'è stata anche la possibilità di parlare. Ed è stato molto chiaro: lui non vuole storie, vuole essere libero. Un pugno allo stomaco direi, un altro castello in aria che piomba in terra con un suono sordo ed un peso che fa male. E quando lui mi ha chiesto "E te cosa vuoi?" l'unica cosa che sono riuscita a dire è "Niente, non voglio niente". E mentre gli rispondevo così dentro di me c'era una voce che urlava, che mi diceva che invece avrei dovuto dirgli che mi piaceva e che se lui non voleva storie avremmo dovuto salutarci lì..dirgli che era stato bello, ma che non potevo nè volevo essere una delle tante con cui va per diletto. No, no e no! Perchè non ho più voglia di farmi scopare e basta. E invece, anche questa volta ho messo il cuore in un ripostiglio e gli ho fatto il mio miglior sorriso, quello del "Tranquillo, mi va bene così..io sono di pietra".
Arrivato il momento di salutarci lui era così sollevato che mi ha pure baciato con trasporto, mentre io cercavo di opporre, in maniera anche piuttosto ridicola, un po' di resistenza.
Da quel giorno ci vediamo almeno una volta a settimana, parliamo del più e del meno e facciamo tanto sesso. Non ci sono più le farfalle nello stomaco, nè l'ansia di aspettare un suo messaggio o l'emozione di vedere il suo nome lampeggiare sul cellulare.
Va come le altre volte..ancora. E ormai ci sono così abituata che quasi non fa più male, che riesco ad ingannare anche me stessa, che va bene così. Anche se poi quando torno a casa e mi guardo allo specchio l'immagine che vedo riflessa è quella di un corpo, bello ma vuoto. Svuotato da tutti questi anni in cui mi sono offerta senza avere in cambio niente, se non uno scambio fisico..ma non di anima.
E mi piacerebbe credere ancora al mio amico che per tirarmi su di morale mi dice che "in attesa dell'amore il sesso è sempre un ottimo passatempo"... già..ma quanto è grande il letto se non c'è nessuno che si sveglia con me.

mercoledì 20 febbraio 2013

SONO UNA LAGNA

Lo so. Ma che m'importa, ho deciso che ritorno a fare le bizze come quando ero piccola. Perchè mi sono rotta di fare quella che dei sentimenti può farne anche a meno. La voglio anche io un po' di tenerezza una volta ogni tanto.

E non sono più disposta a fare quella che quando la chiami accorre come se non esistesse nient'altro che lui. Basta.
Lo so che l'orgoglio andrebbe lasciato da parte, ma un po' di amor proprio ci vuole sempre.

Quindi ora basta: la sera di quell'invito improvviso, mi ha scopata in tutti i modi possibili, avevo la bocca consumata dai suoi baci e il suo odore è rimasto tra i miei capelli anche il giorno dopo.
Mi ha fatto ridere, mi ha fatto godere. Ma non mi basta più.
Sicuramente sarà anche troppo presto per trarre un qualsiasi giudizio, ma santo cielo..se poi Se ne va una settimana in vacanza una volta che sia una..può anche farsi sentire no? Certo che può farsi sentire..se solo gliene importasse qualcosa. Io lo avrei fatto..almeno
Dai..non venitemi a dire che ci può stare, e se ci può stare a me non sta bene. Ok?

Quindi che vada a fanculo anche lui.
Io a questo giro voglio innamorarmi ed essere corrisposta.
Io voglio la favola.

giovedì 14 febbraio 2013

QUALCUNO MI SCHIAFFEGGI PER FAVORE

Allora, sarò breve e coincisa e vorrei tanto che poi qualcuno di molto gentile mi faccia aprire gli occhioni miei belli e scuotere da questo stato comatoso in cui sono da un po' di giorni. Perchè alla fine, io mi rovino sempre per delle cose lampo..non per delle situazioni che magari si portano dietro qualche anno di vissuto. No. Mi piace stare male per delle stronzate.

Dunque..ho conosciuto un tipo e c'ho preso una bella sbandata, questo è il sunto della storia. Anzi no, il succo è questo: ho conosciuto un tipo, c'ho preso una bella sbandata e come se non bastasse ci sono pure finita a letto. Due volte. Applausi, grazie.

L'ho conosciuto ad un convegno di lavoro (sto iniziando a pensare che è giunta l'ora di cambiare settore dato che le persone che incontro mi stanno portando all'esaurimento): conoscenza tranquilla, lui simpatico...finita la giornata saluti e baci e io me ne sono tornata a casa senza più pensare a lui.
Poi dopo una settimana mi scrive e mi invita a pranzo per parlare di un progetto sempre inerente al lavoro. Accetto, e passiamo due orette in cui parliamo un po' di lavoro e un po' dei nostri interessi. Lui è un tipo brillante, e inizio a vederlo sotto un'altra luce. Non so se mi spiego. Anzi, lo sento proprio affine al mio carattere, mi piace e mi fa ridere.
Segue un'altra settimana in cui ci scambiamo mail e ci sentiamo. La scusa del lavoro si fa sempre più da parte...lui mi cerca, mi dice cose carine. Mi conquista, ecco.
Fino a quando la scorsa settimana mi invita a cena da lui. Ovviamente accetto, sento le farfalle nello stomaco..ed è una sensazione bellissima che mi ero quasi dimenticata. (La prossima volta che le sento giuro che le faccio fuori bevendo una dose di insetticida!).
Inutile dire che il ragazzo mi ha fatto passare una bella serata, alla fine della quale mentre io mi stavo mettendo il cappotto pronta per andarmene lui mi bacia...e dalla porta al suo letto è stato questione di una manciata di secondi. Un buon riassunto di quanto è successo dopo può essere: WOW.
Già...peccato che poi i giorni seguenti lui si sia fatto sentire di meno..anche se poi ci siamo rivisti e questa volta il riassunto è: SUPERWOW!
Io ho preso una cotta, accipicchia!! Ma non so, non credo di essere ricambiata! Mi viene da piangere! Io lo voglio!! Ma perchè mi sta succedendo questo? Mi ero ripromessa che basta, per amore non si soffre più. E invece eccomi qua come una scema a torturarmi. E ad aspettare un segno da lui..un qualcosa..che non arriva. Anzi, è due giorni che non lo sento. Ma non ho intenzione di scrivergli. Giammai. Piuttosto mi taglio le mani. Oddio, mi sembra di essere tornata a ragionare come una 15enne. E io odio i 15enni e odio sentirmi così per un uomo.  Non mi riconosco. Non sono io. Qualcuno mi schiaffeggi e mi faccia rinsavire per favore. Non è possibile che sia successo a ME.
E se non mi scrive più? E se non mi cerca più? Per il momento non riesco a farmene una ragione. Vorrei non averlo mai conosciuto. Vorrei non aver mai accettato i suoi inviti.
Mi ero dimenticata quanto si sta male quando l'attrazione è a senso unico.
Per lui sono solo una scopata. E' così, vero?


venerdì 25 gennaio 2013

THE LIGHTNING STRIKE

Se ne avete voglia, prendetevi 5 minuti di pausa e ascoltate questa canzone. Che immagini vi fa venire in mente?



Per me è stata la colonna sonora di un orgasmo indimenticabile, e da allora, quando mi capita di ascoltarla, non riesco ad immaginare nient'altro che quella camera d'albergo, il mio corpo nudo riflesso allo specchio, con i polsi legati e lui tra le mie gambe.

..What if this storm ends?
And leaves us nothing
Except a memory
A distant echo..

martedì 22 gennaio 2013

MEMORIE (di un'illusa)

Ti ricordi quel giorno di marzo, quando la tua auto correva in autostrada e ci portava lontano, ladri avidi di spazio e tempo solo per noi. Ti ricordi? C'era un tramonto che faceva male al cuore da tanto che era bello, ne ho visti pochi altri così, e io con la testa appoggiata al vetro godevo di quei colori, mentre la tua mano grande e forte era poggiata sulla mia gamba "Si, sono tua" pensavo.
"Guarda che tramonto" ti dicevo "osserva i colori, la luce" e tu che sorridendo mi dicevi che non c'era luce più bella di quella che risplendeva nei miei occhi. Ci sapevi fare, ok. O forse eri anche un po' sincero. O forse io mi stavo innamorando.

Il sole andava giù, la meta ancora un po' lontana. "Ci prendiamo un caffè al prossimo autogrill?" e la tua mano ancora sulla mia pelle.
Quando ci fermammo nel parcheggio ormai era buio, un bacio veloce sulle tue labbra "Andiamo?" ma c'era la tua mano a trattenermi e la tua bocca appassionata sulla mia.

Ti ricordi poi i vetri della macchina appannati? E quel caffè mai preso, perchè ti eri preso me e il mio piacere.
Te lo ricordi? Perchè io adesso ci sto annegando in questi ricordi e vorrei che tu fossi di nuovo qua, con me.