venerdì 25 ottobre 2013

COME SE FOSSE L'ULTIMA VOLTA

Mi piace parlare con te. Soprattutto perchè parli poco e quindi quello che mi dici acquista ancora più valore. E' come un dono per me.
E sì, mi piace parlare con te. Mi piace farlo soprattutto quando siamo sdraiati nudi su un letto. Tu che ti fumi una sigaretta e io che mi godo le tue parole, dopo aver goduto di te.
Ed è bello perchè con te posso parlare di tutto, e sento che ogni volta mi arricchisco di qualcosa che prima mi mancava.
E tu parli e mi dici che sì, che Wong Kar-way ti piace. Ti piacciono i suoi ritmi lenti e penetranti. Mentre ritieni che Almodóvar sia un genio e che quasi tutto quello che fa può essere pungente ed ironico allo stesso tempo. E poi parliamo di Cuarón e Iñárritu e mi dici che Biutiful dovrei proprio vederlo, che "magari ce lo vediamo insieme..perchè merita davvero".
Già..magari. Sarebbe bello vederlo insieme.
"Sei una persona gentile" è un mio pensiero, ma lo dico ad alta voce. E tu mi guardi con i tuoi occhi grandi e belli, e sorridendo mi chiedi perchè. Ma non ci sono parole per spiegare questo pensiero, né per i mille altri che ho in testa.
Non so spiegartelo, mi dispiace. Perchè vedi, i sentimenti mica che li puoi comandare. Non c'è razionalità, e se ci fosse sarebbe sicuramente una cosa poco naturale. Invece tutte le cose che penso di te, che faccio con te, mi vengono spontanee. Mi vengono dal cuore.
Come per esempio darti un bacio, adesso. Così. Mettere la mia bocca sulla tua.
E allora lo faccio, allora ti bacio.
Ed è bello scoprire che anche tu hai la mia stessa voglia.
Ed è bello sentire le tue mani stringermi in un abbraccio che è dolce, che sa di buono.
E poi ci sono ancora i baci, e le carezze. E quelle parole dette piano, tra le labbra, sulle labbra.
E i nostri gesti delicati, e i sospiri che si intrecciano tra i capelli.
Sentirti scivolare piano dentro di me, con movimenti lenti, con la tua pelle sulla mia, con il mio cuore sul tuo cuore. A toccarsi, a fondersi.
Amarci così, come se fosse l'ultima volta.
E invece è la prima.
La prima volta che facciamo l'amore.


"Un sostegno di labbra e di mani. Di occhi dolci. Di braccia che non temono resa. Di gambe gentili. Di capelli profumati. E di sesso. Di penetrazioni. Di piacere e di orgasmi. Di parole che non moriranno mai. Di piccoli gesti che diventano grandi. Né di passato né di futuro. 
Un sostegno fatto solo di adesso."

martedì 8 ottobre 2013

SPECCHIO DELLE MIE BRAME

Ci siamo dati appuntamento per le otto e mezzo, ma io come al solito sono in ritardo sulla tabella di marcia e lui invece è in anticipo e sta già suonando il campanello di casa. 
"Saliiiii!" Gli urlo dal citofono. Ho sempre paura che si senta poco. 
Gli lascio la porta accostata e mi fiondo in bagno..devo solo finire di truccarmi, sistemarmi i capelli e vestirmi..questione di dieci minuti, un quarto d'ora al massimo...non sarà la fine del mondo. Sento la porta chiudersi e la sua voce pronunciare il mio nome "Eva" (che lo dice in un modo che ve lo farei sentire pure a voi..da brividi). Gli dico che sono in bagno, che sto finendo di prepararmi, che faccia un po' come gli pare..che accenda pure la TV, che legga un libro, che metta su la musica o guardi il pc. 
Lui può fare tutto. 
E infatti fa proprio come gli pare: mentre mi sto  passando il rossetto lo vedo apparire dietro di me. La sua faccia sorridente è riflessa nello specchio. Sorrido anche io e senza girarmi gli faccio ciao con la manina. Ma con lo sguardo lui è già altrove: sento scivolarmi i suoi occhi addosso...sulla schiena nuda prima e sulle mutandine di pizzo poi. Faccio finta di nulla e finisco di darmi il rossetto, piegandomi leggermente per vedermi meglio allo specchio. "Stasera faremo tardi" penso tra me e me...e sono sicura che anche il suo pensiero non sia molto diverso.
Riflesso nello specchio lo vedo guardarmi tutta un'ultima volta poi si avvicina a me, il mio seno nelle sue mani, la sua bocca sul collo e la voglia che si fa spazio dentro di me.
"Eva", ancora il mio nome, ma questa volta detto piano. Vorrei dirgli qualcosa ma tutto quello che mi esce dalle labbra è un sospiro.
Guardo un'ultima volta la nostra immagine allo specchio, poi chiudo gli occhi e mi lascio andare.
"Mi piace quando chiudi gli occhi" mi dice con quella sua voce morbida.
Mi sposta i capelli e con la bocca inizia il suo percorso sulla mia schiena: bocca, lingua e mani scivolano sulla mia pelle.
"Non riesco a tenerli aperti quando mi fai così" e sento la sua bocca incresparsi in un leggero sorriso.
Il silenzio che segue non fa altro che aumentare la mia eccitazione: le sue mani adesso sono sui miei fianchi e lentamente fa scivolare giù le mutandine. Non è successo ancora niente e già muoio di piacere. Quel piacere che si fa liquido tra le mie gambe, quel piacere che lui adesso raccoglie tra le dita che piano si insinuano dentro di me. Potrei anche venire così, ma lui sa fino a dove arrivare, quando fermarsi. E prolungare l'attesa.
E infatti sfila le dita, lasciandomi vuota, ansimante e terribilmente eccitata. Apro gli occhi per fargli capire il mio disappunto, anche se so che a condurre il gioco è lui e io non posso fare altro che godermi le sue attenzioni: essere nelle sue mani, abbandonarmi, è un piacere al quale non posso fuggire e che mi attira come una calamita.
Attraverso lo specchio mi tiene gli occhi incollati ai suoi, mentre mi passa le dita sulle labbra che adesso sanno di me e della mia voglia di lui.
Con un gesto deciso mi spinge giù e la mia pelle incontra il freddo del marmo, ma nemmeno lo sento perchè tutto quello che voglio adesso è averlo dentro di me. E' un pensiero che ho in testa da ore, ancor prima che lui arrivasse. Come un bisogno, un'esigenza vitale. La mia voce lo supplica, il mio corpo lo brama e si inarca verso di lui che piano entra dentro di me. I suoi movimenti sono lenti all'inizio mentre con la bocca sul mio collo mi sussurra tutte le cose che voglio sentirmi dire, nessuna esclusa, e per ognuna lo ringrazio, lo supplico di dirlo ancora e ancora.
Mi fa impazzire alternando spinte più decise ad affondi più dolci, e due dita leggere a sfiorare il mio sesso con un ritmo che mi sta portando dritta dritta verso l'orgasmo: lo specchio mi rende spettatrice del mio stesso piacere e io non posso fare a meno che guardare questa scena e goderne lasciandomi andare, con le gambe tremanti e il respiro spezzato. E lo stesso lui, mentre con le mani mi stringe i fianchi in un'ultima spinta e in un gemito di puro piacere si accascia su di me. 
Restiamo così per qualche istante, lui che mi abbraccia nascondendo il viso tra i miei capelli e io che non ho voglia di muovermi e spezzare così quel momento di intimità. Non ne ho nessuna voglia. Propio nessuna. 
Rimarrei così, piegata su questo marmo freddo con lui addosso, per l'eternità.